domenica 11 novembre 2012

Les Chansons de Bilitis



Lascerò il letto come ella lo ha lasciato, disfatto e sfinito, le lenzuola in disordine, perché la forma del suo corpo resti impressa a fianco della mia. Fino a domani non mi recherò al bagno, non porterò vestiti e non mi pettinerò, perché le sue carezze non si cancellino. Stamattina non mangerò e neppure stasera, e non metterò sulle labbra né rossetto né cipria, perché vi resti il suo bacio. Lascerò chiuse le persiane e non aprirò la porta, perché il ricordo rimasto non se ne vada con il vento.

PIERRE LOUYS, "Les Chansons de Bilitis, 5 Le passé qui survit

Quando un uomo scrive di amori al femminile ... tra l'altro, da questo libro è stato tratto un film, del 1977, intitolato appunto "Bilitis", regista il fotografo David Hamilton. Qualche delicatissimo stralcio può essere respirato su Youtube, per esempio all'indirizzo

http://youtu.be/RScsIWLZU_k


E ci sono incontri ... e ci sono baci ... in cui i sapori si fondono, si confondono, si mischiano, si appiccicano. Dita che entrano ovunque, aprono, dischiudono, raggiungono (nel tentativo impossibile di impadronirsi dell'anima), e guance che, nel rossore di un delirio amoroso, si ricoprono di carezze, di segni invisibili, mentre l'altro essere si cristallizza su di noi.

Andarsene lasciandosi addosso una pellicola del peccato che siamo stati assieme, giusto per non farsi dimenticare subito, quando riprenderò quel treno che ci porterà lontano, mentre la testa ristabilirà il controllo totale, e le immagini di quel contatto indimenticabile, vivido e profondo saranno restituite solo da flash di emozioni, improvvise, incontrollate.

Chi eravamo, e dove ... e perchè ...

E resterai, sfinita e sfatta, su quelle lenzuola candide, a cercare tracce di capelli sul cuscino, e una fragranza agrodolce, scoperta per la prima volta.

Ricordi quando ti toccavo ed eri pronta, aperta, e via via che i corpi si raccontavano, ti aprivi di più, ti allargavi, ti amplificavi?
Ricordi, i rumori di quelle onde, i suoni del tuo ventre, gli sciabordii di quella marea incontenibile che biancheggiava in te?
La tempesta non passava più, bastava un contatto delle mie dita e dopo poco eri "strada aperta e bagnata avida di te", come nella canzone di Anna.

Dov'eri? Dove eravamo, io e te?

Volevi il tuo sapore su di me, e ci sei riuscita. E' qui con me.

Purtroppo non basterà lasciar chiuse le persiane e mettere lucchetti alle porte, per impedire che il ricordo di me evapori con il vento ...

Le tende della tua camera oscillano, nel silenzio circostante, rotto solo da un lontano sferragliamento del tram ...
e sbattono, libere, quelle che abbelliscono questa carrozza ferroviaria, mentre mi sento soffocare, dal caldo e dalle emozioni.

Tra quanto, sparirà il ricordo di noi?

Eclissi

http://youtu.be/jdr69HtcNyw

Nessun commento:

Posta un commento