domenica 15 luglio 2012

Il sapore di un (nuovo) giorno di ordinaria magia



http://youtu.be/VmLqumt9lf4

Siamo anime schizzate.
Nel deserto all'improvviso
C'è un cartello che ci avvisa:
"Benvenuti In Paradiso".
E tu che graffi sottopelle.
Come polvere di stelle.

[Negrita, un giorno di ordinaria magia]


Sono già sveglio, questa mattina. E' dalle 4 che ho gli occhi aperti, penso, rifletto, vivo. Mi agito, mi sfioro, e l'eccitazione è tanta, come capita a volte, meditando sull'amore, su di te che vorrei accanto, sul desiderio impetuoso che talvolta mi prende. Il mio pene è tesissimo e lucido, dolorante quasi, esagitato dalla voglia che mi batte dentro, perché è la testa che comanda.
Lei dorme, ed io sono qui, che mi agito, e mi sfioro.

Piacere di pensarti, in questo tuo percorso lungo e faticoso verso la valorizzazione di quanto di meglio possiedi, di quello che covi dentro e fuori non si vede, non lo notano, non appare. Dicevi di sentirti anonima, di non destare eccessive attenzioni, di non trascinare occhi a frugare rapaci, su di te. Ma non è certo l'esteriorità ciò che mi ha portato ad incrociare la tua direzione, che mi ha convinto di te, avvinto in te. C'è la tua nera palude interiore che abbiamo illuminato assieme, un passo alla volta, mano nella mano, senza fretta. E ora il corpo che ti avvolge è ritornato a incrociare la tua interiorità, a risvegliarsi; lo mostri con sicurezza per piacere a me e agli altri, senza peraltro esibirlo, trattandolo come un dono di eleganza e classe, perfetta espressione dell'autostima di te che hai recentemente riconquistato. Ora sì, riesci a raccontarmi, senza vergogna, i desideri che coltivi, e sei libera di esprimerti senza sensi di colpa e pregiudizi. Sai equilibrare malinconia e variabilità, giornate nere da incubo e arcobaleni di emozioni. Sei finalmente capace di dirmi che mi desideri, corpo e anima. TUTTO.

E' quello che hai sempre voluto. Essere senza "muri e maschere" con un essere amato, capìta e vissuta da me che provo a farti come da specchio riflettente, attento a non disperdere e sprecare l'immagine e la personalità che via via sta emergendo, in continuo cambiamento e perfezionamento. Ci sono io, nelle tue voglie, e il resto del mondo se ne starà fuori, per un po'. L'accordo è di evitare di declinare progetti, pianificare obiettivi; metteremo da parte l'atroce peso della quotidianità, e ci regaleremo la libertà di esserci o di sparire, di coglierci quando ne avremo voglia, o semplicemente di vivere lunghi silenzi, il Nulla che talvolta siamo, che dobbiamo essere, che è sempre e comunque fonte di arricchimento.

Ragionavo, poco fa, su quanto gli uomini si differenzino dalle donne per il loro tentativo, poco sincero peraltro, di mostrarsi inquadrati, forti, senza cedimenti, tutti d'un pezzo. Perché non confessare, ogni tanto, un desiderio, un'immaginazione ... è una debolezza, questa? E' fragilità o ricchezza interiore? Perché dobbiamo costruirci tanti falsi pudori?

Consentimi di essere diretto, con te, stamattina, e di dirti quello che vibra nella mia mente, ora, adesso. Ho aperto la finestra della cucina, e c'è una grandissima Luna piena, evidente, si staglia laggiù, ed osserva la mia nudità. Ho voglia. Nudo alla finestra. "Mi voglio" per pulsare di te, per sentirmi vivo mentre la testa brucerà di te. E' buio, fuori, anche se ci sono i rumori della mattina, i primi di un mondo che sbadiglia. Tra poco spegnerò la luce, e osserverò quell'enorme palla nivea, ricca di crateri, i segni del tempo sul suo delicato involucro. Il resto, cosa inizierò a fare, lo dovrai immaginare. Sta a te, ora, intuire i miei occhi chiusi, e l'urlo compresso dentro, amplificato nella mente. Per te.

Scorrono anche ricordi, in questa testa che non vuole proprio silenziarsi. Ripenso alle notti che seguirono il contatto con la prima donna della mia vita, le ricordo bene, quelle ore buie che mi videro masturbarmi quasi alla pazzia, lei se ne era già andata lontano, e la volevo, la desideravo in tutti i modi possibili. Intuivo che non l'avrei più rivista, ma sapevo che quel breve contatto di corpi, quasi di sole labbra avrebbe esaltato a dismisura l'eccitazione di sentirmi finalmente completo, amato, unicità per un "altro da me" e immagine del Paradiso felice da cui forse siamo stati cacciati, in attesa di ritornarvi, chissà. E sapevo che avrei cercato "per sempre" quell'attimo, per assaporarlo di nuovo. Desideravo che lei si prendesse cura di me e della mia inesperienza, le sue mani ovunque, sul mio corpo, la sua bocca dove nessuna era mai arrivata, e dove ora vorrei la tua, dove ora ci sei tu. Non capivo niente di quel contatto tra pelli da cui partivano brividi e lampi e tremori, ero troppo giovane, troppo inesperto, troppo poco tutto, ma lo desideravo. Ardentemente. Volevo quelle palpitazioni brucianti, quei circuiti di stomaco a cui non riuscivo a dare pace. Non ci poteva essere altro sbocco e miglior calmante di un orgasmo, ricco di quel liquido rovente che feci schizzare da me, quella mattina, e lasciai depositato sul mio corpo fino a che le lacrime dovute alla prima perdita d'amore non finirono di rigare il mio volto; fino ad una bozza di sorriso, quando Sole e Luna si passarono il testimone.

Nulla si perde, degli esseri che ci hanno amato. Nulla, nulla. Ma lo capii dopo, e lo so, adesso, con te, dopo averti persa e ripresa più volte.

Ammetto di assomigliarti, sai? Corpo e mente che si collegano tra loro sfiorando un organo, accarezzandosi in un punto preciso. Mentre la mente fantastica, il corpo risponde, trema, abbandona ogni guida da parte della razionalità. Organi che sono una sorta di bottoni ancestrali i quali, se premuti nel modo opportuno, riescono a scatenare reazioni di benessere, e attivare meccanismi inspiegabili in grado di renderci più soddisfatti, pieni, colmati - almeno temporaneamente - in quei buchi neri che spesso ci divorano e ci stremano senza darci un attimo di pace.

Ti immagino, sai, mentre leggerai queste mie strampalate riflessioni, nel tuo ufficio, sorseggiando il primo caffè della settimana. Ti penso curiosa di sapere come finirà questo mio inizio di giornata, mentre le sensazioni, riga dopo riga, inizieranno a stratificarsi in te, incrementando il tuo desiderio.
La mia immaginazione "inquadra" il tuo sguardo che scorre sulle mie parole, il respiro che si fa più affannoso, la necessità di allontanarti dalla scrivania, quindi una corsa in bagno, tanto per liberarti da eccessive costrizioni. No, le colleghe non noteranno ciò che farai, non arriveranno a tanto. Camicetta e pelle, un solo bottone aperto, e pantaloni leggeri, con nulla sotto. Dopo esserti seduta, avvertirai il piacere di pelle e cuore messi a nudo, tanto diretti e scoperti. Rileggerai i miei pensieri ed inizierai a scrivermi, poi, accavallando le gambe, contrarrai lentamente i muscoli vaginali, come so riesci tanto bene a fare, come a volte mostri anche a lui, nei momenti in cui ti piace il contatto tra le pareti interne e il suo pene che ti esplora, senza mai arrivare al vero nodo da cui si dipana tutto il mondo che non conosce. Ad ogni respiro i tuoi seni accarezzeranno la stoffa leggera della camicetta, rendendosi da soli turgidi ed eccitati.
Sono certo che starai avvertendo il piacere che deriva da questa lettura, e la scrittura inizierà a fluirti, come il liquido d'inchiostro intimo che starà gocciando per macchiare, viscido, la delicata pelle che riveste il centro della tua femminilità. Le tue cosce, nude, inizieranno quelle oscillazioni con cui le porterai a sfiorare le grandi labbra; a lungo, lentamente, insieme di vibrazioni che si stratificheranno per amplificarsi nella tua testa, il nucleo di tutto.Ti sentirai ... in questo, e solo per me, ma attorno a te non lo noteranno, qui ci siamo solo io e te, le nostre parole, e il potere della scrittura.

Rimarrai così, per tutta la giornata, con quella tensione di voglie inappagate e quegli umori ed odori trattenuti dentro di te, in un contesto di eccitazione da cui non saprai e non vorrai liberarti. Lascerai alla sera lo sfogo di quell'intero giorno di voglie, saranno la prima bevanda che mi offrirai, assaggiandoti, raccontandoti, sapori mischiati a parole, a pensieri, alla scrittura. Affidati forse ad una telefonata in cui libererai tutto il pensiero osceno di me, lasciato lievitare tra testa e cuore. Che parole inventerai, in quell'istante di perdita di controllo?

Sapori di un giorno, maturati lentamente. Miei e tuoi.

La Luna è piena, ed ha senso continuare a fantasticare, fino al momento che sai. Che ora lascio a te descrivere.

Racconta, te ne prego, i miei occhi, le pulsazioni del mio corpo, i brividi che mi trapasseranno tutto mentre le gambe si immobilizzeranno, tremando ... tratterrò un urlo, perché lei potrebbe sentirmi, ma non i sospiri, gli ansiti legati alla mia voglia di te. Di te che vorrei inginocchiata qui, ai miei piedi, senza alcuna richiesta di sottomissione, vogliosa di cogliere tutta l'esplosione in cui tra poco mi trasformerò, linfa di vita e di nuova forza per affrontare il giorno che sta sorgendo.

Buon risveglio, amore.

Eclissi

2 commenti:

  1. Ecli.....confesso che mi sono sentita un po' "guardona" a leggere un tuo pensiero così intimo e così personale, per Lei, ma è stato un piacere intenso leggerti.
    Stai cambiando, Uomo, lo sai?
    Ti sento, ti leggo, ti vedo, stai diventando un altro, e se questo è grazie a Lei, allora deve essere una gran donna...
    Un bacio

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  2. Sai ... credo che il tuo essere "guardona" sia semplicemente l'atteggiamento che hai nei miei confronti, di amore e di intensa partecipazione alla mia scrittura. Dove stia il confine tra realtà e fantasia, tra pensieri vissuti e scrittura, questo non lo dirò mai. Ma tu lo sai, dove sta quella linea di demarcazione.
    Le Donne, certe Donne, lo sanno, lo sentono. Non è comunque una scrittura recente, no. Ma ho riscritto quelle pagine di diario, desideravo rivivere una fantasia estiva, caldo fuori, caldo dentro, voglia di lei. Di loro. Di quelle che hanno saputo amarmi.
    Donne vere, semplicemente.
    Bacio, dolce Manu.
    Ecli

    Ps: pensa che il bellissimo pezzo dei Negrita, tanto estivo, non c'era quando scrissi quegli appunti ... ma stamattina mi sono svegliato ascoltandoli, e alla fine sono diventati il titolo di questo delirio erotico. Ascolta il pezzo originale, sentirai che freschezza.

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